Daniele Comboni
1 Ottobre 2022
Un canto nella notte ottobre
5 Novembre 2022
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Silvia

Compagna di viaggio di chi è madre, di chi si prende cura della vita degli altri, di chi cerca con fiducia il desiderio di Dio sulle persone che gli sono affidate.

Il luogo di nascita di santa Silvia rimane non sicuro… forse Roma, forse la Sicilia. Ciò che è certo è che nasce in una famiglia molto semplice e di condizione non elevata introno al 520 e che, a 18 anni, sposa Gordiano, un ricco uomo di Roma con importanti responsabilità pubbliche. Il loro amore si approfondisce grazie a un serio cammino spirituale, sostenuto anche dalle due sorelle di Gordiano, Emiliana e Tarsilla, che conducono, appartate, un’intensa vita di preghiera. Le cognate – che secondo altre fonti sarebbero invece le sue stesse sorelle – saranno anch’esse proclamate Sante. I figli di Silvia e Gordiano ricalcano le orme paterne, in particolare Gregorio che diviene Prefetto di Roma. Un incarico importante, che tuttavia convive con un’alta tensione spirituale e monastica: sarà questa a prevalere, subito dopo la morte del padre, nel 573, quando Gregorio trasforma la sua splendida villa al Celio in un monastero, nel quale si ritira con alcuni altri. La madre, Silvia, si trasferisce in un altro luogo di raccoglimento monastico, senza però smettere di accompagnare con discrezione e sapiente cura le scelte del figlio, ponendosi accanto con la preghiera e le attenzioni concrete di chi sa prendersi cura e coltivare la bellezza di chi è caro facendolo germogliare per il bene di tanti fratelli. Intanto Gregorio, per volere del papa, viene ordinato diacono e intraprende con generosità il servizio alla Chiesa, fino ad essere eletto, nel settembre del 590, papa. È san Gregorio Magno: un grande uomo, sempre affiancato da Silvia, che si spegne nel 592 e che presto viene riconosciuta nel suo valore dalla Chiesa universale.

Il libro del mese

Tomàš Halìk, Tocca le ferite. Per una spiritualità della non indifferenza, Vita e pensiero 2021

L’invito di Cristo risorto a Tommaso, Tocca le ferite, è per padre Tomàš Halìk, sacerdote della repubblica ceca, teologo e filosofo, invito a una ricerca che passa attraverso la sofferenza dell’uomo per tendere a Dio, per incontrarlo vivente e amante nella storia e nell’esistenza di ciascuno. La via del dolore e della croce, a partire da quella che portiamo e incontriamo, può essere via a Dio, senso e luce della nostra vita e della relazione con Lui.