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San Martino di Tours

Compagno di viaggio di chi prova compassione,
chi ha cura della preghiera,
degli audaci nella difesa della fede.

Nato a Sabaria Ricca, in Ungheria, intorno al 315, Martino porta nel suo nome un bel pezzo della sua vita: lo riceve dal padre, soldato, in onore di Marte, il dio della guerra. E nel clima della guerra egli entra ancora più profondamente quando, a causa di un editto imperiale, è costretto, come figlio di veterano, ad arruolarsi nell’esercito romano. È così che lascia la famiglia a Pavia e raggiunge la Gallia tra truppe non combattenti della guardia imperiale, impegnate nel mantenimento dell’ordine pubblico.

Nel rigido inverno del 335, durante una ronda notturna, incontra un mendicante seminudo, provato duramente dal freddo. Toccato dalla sua sofferenza, Martino taglia in due la sua clamide bianca e ne dona una metà al povero. La notte seguente, in sogno vede Gesù rivestito della metà del suo mantello e, al risveglio, si accorge che il suo è tornato integro. Questo episodio rappresenta l’inizio della conversione per Martino, che la Pasqua successiva riceve il Battesimo. L’esercito lo lascia però solo intorno ai quarant’anni, per dedicarsi all’annuncio e alla lotta contro l’eresia ariana.

Nel 357 e nei tre anni successivi, eremita nell’isola Gallinara ad Albenga, stringe amicizia con il grande sant’Ilario. Al rientro del vescovo a Poitiers, Martino diviene lì monaco e fonda uno dei primi monasteri d’Occidente. Nel 371 è acclamato vescovo di Tours. L’incarico non fa che rendere ancora più manifesta la sua eccezionale fede, temprata nella difesa dei principi fondanti e accompagnata da continui gesti di compassione, misericordia, carità. Anche in questa città fonda un monastero: tutta la sua vita testimonia la grandezza della preghiera e della vita fraterna.

La morte lo raggiunge a Candes-Saint-Martin, in una missione delicata nel tentativo di portar pace tra il clero. È l’8 novembre 397, ma lo si ricorda liturgicamente l’11 novembre, giorno della sua sepoltura, data nota e celebrata in gran parte dell’Occidente proprio in memoria delle sue calde vicinanza e generosità verso tutti.

Il libro del mese

Antoine Courban, Luciano Floridi, Roberto Repole, Rosanna Virgili, Il mosaico della fraternità. Pensieri sull’enciclica “Fratelli tutti”, Qiqajon 2021

Con Fratelli tutti papa Francesco invita ciascuno a sapersi e sentirsi figlio e fratello nel grande abbraccio di fraternità universale che scalda e assicura vita e futuro. A commentare e irradiare il potente messaggio dell’enciclica sono, in questo volume, alcune importanti penne; i loro contributi, spaziando in diverse aree geografiche e disciplinari, consentono al lettore di cogliere nuovi stimoli di riflessione e impegno.