Alfredo Ildefonso Schuster, figlio del caposarto degli zuavi pontifici, nasce a Roma il 18 gennaio 1880 ed è ordinato sacerdote nel 1904.
Dotato di grandi talenti, gli vengono subito affidati importanti incarichi, che egli riveste con sapienza e responsabilità, senza però tralasciare lo studio per l’arte sacra, la storia del monachesimo e, in modo speciale, la liturgia: essa resterà sempre al centro del suo impegno spirituale e pastorale.
È abate ordinario di San Paolo fuori le mura quando, nel 1929, viene creato cardinale e nominato vescovo di Milano da Pio XI. Subito prende a modello il suo predecessore Carlo Borromeo, col quale pare gareggiare nel donarsi senza risparmio al clero e ai fedeli tutti. La guida della Chiesa milanese, seppur impegnativa, non lo distoglie però da una cura attenta e radicale della preghiera: sono moltissimi a cogliere come egli resti profondamente monaco, teso con tutte le fibre del suo essere all’amato Cristo.
È il 30 agosto 1954 il giorno in cui il Signore lo chiama a sé dal seminario di Venegono, che egli stesso aveva fatto costruire come un’abbazia in cima ad un colle.
La lettura di questo testo, mentre permette di scoprire la grandezza di un grande uomo di Dio, rappresenta un aiuto prezioso per il cammino di preghiera, soprattutto per chi ha incarichi pastorali di responsabilità, e dunque tentato dall’attivismo e dall’attenzione alle opere: il cardinal Schuster resta un modello affascinante e incoraggiante per chi desidera prima di tutto e sempre l’incontro con il Signore.