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Alberto Magno



Compagno di viaggio di chi riconosce continuità tra creato, scienza e fede, degli insegnanti, di chi ama la scienza

Germania, 1200, famiglia dei conti Bollstadt: nasce Alberto, e da qui presto si trasferisce per studiare, con brillanti risultati, in Italia, in particolare a Padova. Entra tra i Domenicani, nell’Ordine dei predicatori, ricevendo l’abito dal beato Giordano di Sassonia, immediato successore di San Domenico. Negli anni successivi è a Colonia e poi a Parigi, docente di teologia. Tra i suoi allievi c’è Tommaso d’Aquino col quale parte per Colonia, per fondare lo Studio teologico voluto dall’Ordine. Mentre si dedicano al commento dell’opera di Dionigi l’Areopagita e degli scritti di filosofia naturale di Aristotele, Alberto individua il punto di incontro tra le due grandi figure dell’antichità nella dottrina dell’anima e pone le basi per una sapiente sintesi tra adesione a Cristo, scienza della natura e sapere umano. Il brillante lavoro
intellettuale e gli approfonditi studi in svariate discipline, tra cui la logica, la fisica, la biologia, la chimica e la botanica, valgono ad Alberto il soprannome di Magno già in vita.
Promosso Provinciale in Germania, nel 1256 Alberto va a Roma per importati incarichi legati al Concistoro di Anagni. Le sue straordinarie capacità colpiscono a tal punto il papa che si ritrova a insegnare all’Università Pontificia.
Quando, nel 1260, Alberto torna nella sua patria, essendo stato nominato vescovo di Ratisbona, non si risparmia per riportare pace e concordia tra i diversi popoli. La notizia della morte di Tommaso d’Aquino, nel 1274, rappresenta per Alberto una prova molto dolorosa, per cui chiede a Urbano IV di potersi ritirare a Colonia.
Esaudito nelle sue richieste, il Santo torna in questa città alla vita di preghiera e agli studi, accompagnati da una mole impressionante di scritti, fino alla morte, il 15 novembre 1280.

IL LIBRO DEL MESE

Papa Francesco, Laudate Deum: Esortazione Apostolica a tutte le persone di buona
volontà sulla crisi climatica, 4 ottobre 2023

Nelle pagine di questo scritto di papa Francesco, scaricabile facilmente anche in
rete, è contenuto un forte e urgente appello, in linea con l’enciclica del 2015,

Laudato si’, pietra miliare per l’attenzione al creato da parte di tutta l’umanità. Tutte
le persone che credono in Cristo, ma anche tutti coloro che hanno “buona volontà”,
non possono che ritrovarsi in questo vasto anelito alla bellezza e alla salvaguardia
della natura e alla cura per ogni fratello.