Preghiera per l’Ucraina
26 Febbraio 2022Un canto nella notte – Febbraio 2022
6 Marzo 2022Compagno di viaggio di chi difende le cause dei poveri e dei più fragili,
di chi è chiamato a governare,
di chi si adopera per il dialogo e la pace.
Figlio del duca Ludovico I di Savoia e di Anna di Lusignano, Amedeo nasce a Thonon nel 1435. Nel 1452 sposa Iolanda, figlia di Carlo VII di Francia, come pianificato dalle famiglie da lungo tempo per motivi politici. Nonostante le premesse, i due sposi trovano un’intesa affettiva e spirituale eccezionale: lei lo sostiene nelle scelte di governo, nelle prove delle crisi epilettiche cui è soggetto e anche nella preghiera, che Amedeo coltiva con fede e perseveranza.
La decisione di ritirarsi a Brescia suscita i violenti attacchi del fratello Filippo, arginati dal padre; quando questi muore, è Amedeo ad assumere il governo del ducato di Savoia, e con esso una serie di responsabilità gravose, sia nelle questioni più interne e familiari, come con il fratello, che decide di aiutare, sia nei delicati equilibri di potere tra Luigi IX e Carlo Temerario.
Decide di appoggiare il re di Francia ma senza combattere il duca di Borgogna. Tale decisione si rivela sapiente, ma non terminano le insidie e gli attacchi, tra cui quello particolarmente duro di Giangaleazzo Sforza. Come le scelte di politica estera sono all’insegna della pace, così quelle nell’amministrazione delle sue terre sono improntate alla giustizia e alla difesa dei più poveri ed emarginati.
Il suo adoperarsi nell’offrire loro riconoscimento, assistenza e riparo è radicato in un intenso desiderio di seguire il Signore; questo lo sostiene e lo motiva anche negli ultimi anni di vita, in cui le sofferenze della malattia si aggravano, tanto da lasciare il governo del ducato alla moglie, nel 1469. Muore a Vercelli il 30 marzo 1472. Le sue spoglie sono conservate nella cattedrale eusebiana.
Il libro del mese
Alla luce della solida tradizione monastica e della teologia della vita religiosa, Dysmas de Lassus, Padre generale dei Certosini, offre in queste pagine profondi e validi spunti e strumenti per una crescita spirituale autentica ed equilibrata dei consacrati e delle comunità, nell’attenta vigilanza sulle derive spirituali e sugli abusi nell’esercizio di governo.