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Beato Amedeo IX di Savoia

Compagno di viaggio di chi difende le cause dei poveri e dei più fragili,
di chi è chiamato a governare,
di chi si adopera per il dialogo e la pace.

Figlio del duca Ludovico I di Savoia e di Anna di Lusignano, Amedeo nasce a Thonon nel 1435. Nel 1452 sposa Iolanda, figlia di Carlo VII di Francia, come pianificato dalle famiglie da lungo tempo per motivi politici. Nonostante le premesse, i due sposi trovano un’intesa affettiva e spirituale eccezionale: lei lo sostiene nelle scelte di governo, nelle prove delle crisi epilettiche cui è soggetto e anche nella preghiera, che Amedeo coltiva con fede e perseveranza.

La decisione di ritirarsi a Brescia suscita i violenti attacchi del fratello Filippo, arginati dal padre; quando questi muore, è Amedeo ad assumere il governo del ducato di Savoia, e con esso una serie di responsabilità gravose, sia nelle questioni più interne e familiari, come con il fratello, che decide di aiutare, sia nei delicati equilibri di potere tra Luigi IX e Carlo Temerario.

Decide di appoggiare il re di Francia ma senza combattere il duca di Borgogna. Tale decisione si rivela sapiente, ma non terminano le insidie e gli attacchi, tra cui quello particolarmente duro di Giangaleazzo Sforza. Come le scelte di politica estera sono all’insegna della pace, così quelle nell’amministrazione delle sue terre sono improntate alla giustizia e alla difesa dei più poveri ed emarginati.

Il suo adoperarsi nell’offrire loro riconoscimento, assistenza e riparo è radicato in un intenso desiderio di seguire il Signore; questo lo sostiene e lo motiva anche negli ultimi anni di vita, in cui le sofferenze della malattia si aggravano, tanto da lasciare il governo del ducato alla moglie, nel 1469. Muore a Vercelli il 30 marzo 1472. Le sue spoglie sono conservate nella cattedrale eusebiana.

Il libro del mese

Dysmas de Lassus, Schiacciare l’anima. Gli abusi spirituali nella vita religiosa, Edizioni Dehoniane 2021

Alla luce della solida tradizione monastica e della teologia della vita religiosa, Dysmas de Lassus, Padre generale dei Certosini, offre in queste pagine profondi e validi spunti e strumenti per una crescita spirituale autentica ed equilibrata dei consacrati e delle comunità, nell’attenta vigilanza sulle derive spirituali e sugli abusi nell’esercizio di governo.