Un santo popolarissimo Nicola, all’origine di molte tradizioni tra cui quella di Babbo Natale.
Egli nasce a Patara, in Grecia, intorno al 260. Trasferitosi a Myra (oggi Demre, nell’attuale Turchia), viene ordinato sacerdote e quindi acclamato vescovo dal popolo.
Durante la persecuzione di Diocleziano viene imprigionato ed esiliato, ma con l’avvento di Costantino, nel 313, riprende l’attività pastorale. Importanti autori spirituali dell’epoca elogiano il suo coraggio nell’opporsi all’arianesimo e la sua generosità nel donarsi ai fedeli, con una cura specialissima per i più bisognosi.
Muore a Myra il 6 dicembre, probabilmente nel 343. Fino al 1087 i suoi resti vengono custoditi nella sua cattedrale, ma quando questa rischia di essere saccheggiata dai musulmani, ottantasette marinai di Bari portano le reliquie del Santo nella loro città. È lo stesso papa Urbano II a presiedere la cerimonia solenne di consacrazione della nuova basilica a lui dedicata. Da quel momento, egli diviene Nicola di Bari ed è da molti invocato come il protettore del dialogo tra Occidente e Oriente.
Prospettive, culture e approcci differenti intorno a un’unica figura: san Nicola unisce, crea ponti e legami, intesse rapporti e speranze, offre doni e custodisce l’incanto. Tutto questo nelle pagine scritte da uomini di nazionalità diverse, segno eloquente di un’eredità preziosa e di un cammino che avanza.