Oltre a essere spazio di preghiera e di interiorità, il Tabor è spazio di relazione. Nella Trasfigurazione Gesù è il Mediatore permanente, in quanto partecipa a coloro che lo seguono la Sua relazione più profonda ovvero il rapporto trinitario.

Il fatto che Dio non possa che rivelarsi nella relazione, perché è relazione, è venuto a costituire per la nostra spiritualità un asse fondamentale: non possiamo vivere di Dio se non nella relazione e non possiamo comunicarlo, renderlo presente ai fratelli prescindendo da essa.

La Trasfigurazione ci ha dunque sollecitate a prestare particolare attenzione alla dimensione relazionale, a intessere rapporti contemplativi, a collaborare con l’azione trasfigurante dello Spirito, che disseppellisce in noi il volto del Figlio, perché chi cerca Dio possa trovarlo e abbandonarsi a Lui.

Nell’incontro con i fratelli tale dimensione relazionale ci sprona a valorizzare l’amore umano, anche quando non è ancora possibile un vero e proprio cammino di fede: negli affetti che le persone nutrono, nei desideri di bene e nelle ferite che ci consegnano scorgiamo le crepe attraverso cui può passare la salvezza. Alla luce del mistero trinitario, rivelato sul Tabor, crediamo, infatti, che l’esperienza dell’amore umano, per quanto povera e fragile possa essere, sia un luogo privilegiato per l’apertura a Dio, fonte e meta di ogni amore.

L'immagine

Materiali di scARTo, Area rossa, 2018. Legno e Juta.
L'opera si trova in una delle case dell'associazione, in particolare in sala da pranzo. Si sono alternati diversi ospiti in quella casa, persone che rivivevano un tentativo di "abitare" dopo anni dello stato di senza dimora. Quel luogo si sta delineando come un banco di prova della capacità di stare in un luogo fisso e di prendersene cura. Area rossa testimonia attimi emotivi molto forti con se stessi, con i conviventi e, persino, con i condomini. L'emozione vera, forte, a volte incontrollata, domina l'agire ed è necessario reimparare a gestirla per ricominciare una nuova vita.
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