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Benedetto Giuseppe Labre

Compagno di viaggio di chi cammina, dei senzatetto, di chi vuole contemplare il volto di Dio

Primo di 15 fratelli, Benedetto Giuseppe nasce ad Amettes, presso Arras, il 26 marzo 1748 , in una famiglia di modeste condizioni. Fortemente attratto dalla vita contemplativa, chiede di entrare tra i certosini e anche tra i cistercensi, ma ogni esperienza in monastero termina molto presto a causa della salute
malferma e delle fatiche nelle comunità in cui viene accolto. Ha ventidue anni quando matura la sua scelta:
vivere da pellegrino sulle strade verso i grandi santuari della Francia, della Spagna e, soprattutto, del centro
Italia: sarà infatti Roma la città in cui trascorre l’ultima parte della sua vita, recandosi ogni anno a piedi al
santuario di Loreto.
Le giornate di Benedetto Giuseppe, ormai diventato il “vagabondo di Dio”, sono dunque fatte di cammino e
di preghiera presso chiese e santuari, in cui quando è possibile dorme anche di notte, anche se il suo rifugio
notturno più frequente sono le rovine del Colosseo. Senza chiedere l’elemosina, si trova a mangiare ciò che
riceve dalla generosità di chi incontra e che subito condivide con altri poveri.

Logorato da austerità e stenti, il 16 aprile 1783 cade sui gradini della chiesa di S. Maria dei Monti e si spegne nel retrobottega del macellaio Zaccarelli. In tantissimi accorrono al suo funerale, seguito da innumerevoli miracoli.